Taglio della Regione sui tetti di spesa per la sanità, una mazzata per i cittadini. Intanto le liste d’attesa per la diagnostica negli ospedali si allungano tantissimo
“Gli esami finiscono sempre, ma in realtà non dovrebbero finire mai e ce ne dovrebbero essere sempre nuovi da poter fare nei tempi giusti per la salute dei cittadini”. Lo sostiene il presidente della commissione consiliare sanità di Nocera Inferiore Vincenzo Stile, in riferimento alla nuova norma varata il 10 gennaio scorso dalla Regione Campania per i tetti di spesa a cui dovranno attenersi gli ambulatori e i centri diagnostici accreditati.
“Dopo tre mesi di rodaggio – ha precisato Stile – il nuovo sistema di gestione dei fondi per gli esami da eseguire nelle strutture convenzionate mostra la corda. L’esiguità del budget, calcolato sugli ultimi due anni nei quali si è lavorato poco per il Covid, la distribuzione “mensile” del budget dato alle singole strutture, che lo fa durare solo i primi giorni del mese, mette in ginocchio non solo la sanità convenzionata ma tutta la sanità pubblica. Non tutti i cittadini, per abbreviare i tempi, possono pagare gli esami di tasca propria. E quando sono costretti a rivolgersi al pubblico le liste di attesa sono lunghissime”.

“Si deve partire dal concetto di sussidiarietà – ha detto il consigliere comunale di Nocera Coraggiosa -. Le strutture pubbliche non possono gestire in tempi utili tutte le richieste di esami. Senza il sussidio delle strutture convenzionate, le liste d’attesa per la diagnostica negli ospedali si allungano tantissimo, e si allungheranno tantissimo anche le liste di malati non curati purtroppo perché le diagnosi arriveranno più tardi. Questo significa sicuramente un aumento di spesa, perché una malattia in stato più avanzato e diagnosticata più tardi determina un aumento di spesa per tutto il sistema sanitario”.
“Auspico – ha poi aggiunto il medico – che il sistema attualmente in atto per la gestione della sanità convenzionata sia rivisto, che il budget sia aumentato, e che si realizzi veramente la sanità unica, che prevede il cammino coeso e unitario del pubblico e del convenzionato per la cura di tutti cittadini, gestita dallo stato, ma proporzionata ai bisogni reali per la diagnostica veloce in tempo e quantità. Quello convenzionato in sostanza è servizio pubblico come quello erogato dalle strutture statali. Bisogna trovare la strada per aumentare la disponibilità degli esami e per aumentare il numero di strutture che li erogano su tutto il territorio” ha poi concluso Stile.