Una sola risposta al presidente della Commissione Trasparenza della Regione sui contratti applicati, Carpentieri rilancia la sua richiesta

“Il mancato riscontro alla richiesta di fornire notizie sui contratti applicati dai Centri di riabilitazione , oltre ad ignorare le parole del direttore generale del Coordinamento del Servizio Sanitario Regionale, Antonio Postiglione, e a violare le norme nazionali e regionali, ha testimoniato una mancanza di attenzione e rispetto riguardo ai doveri e ai valori che devono essere parte essenziale dell’operato di un’Asl e del rapporto tra la azienda sanitaria e la Regione”. Lo ha detto il consigliere regionale Nunzio Carpentieri e presidente della Commissione Trasparenza del Consiglio regionale della Campania.
Lo scorso 7 settembre Carpentieri aveva intimato a tutte le Asl campane di rendere pubblici, entro dieci giorni, i contratti applicati nel settore della riabilitazione dai centri accreditati. Lo aveva fatto perché la stessa richiesta era stata avanzata alle Asl, su indicazione di Postiglione, da un centro di riabilitazione ai sensi della legge sulla trasparenza. Ma, nonostante la legge, era stata ignorata. I dieci giorni sono passati e, come scrive Carpentieri nella sua lettera, “nessuna delle aziende sanitarie della Campania ha ottemperato ad eccezione dell’Asl Salerno“.
“Quanto accaduto – aggiunge il consigliere regionale – si configura come estremamente grave sia in termini di metodo che di merito”. E lo spiega nel dettaglio: “In termini di metodo perché in questo modo le Asl hanno violato le norme nazionale e regionali, in termini di merito perché non hanno capito l’importanza della richiesta”.
“In primo luogo – ha precisato Carpentieri – la mancata consapevolezza dell’importanza del valore della trasparenza, caposaldo imprescindibile del rapporto con i cittadini. In secondo luogo perché nelle prossime settimane la Regione Campania dovrà decidere in merito alle tariffe sulla riabilitazione e non si può non comprendere l’importanza di una corretta, oltre che doverosa, informazione sui contratti applicati. Tanto più in un contesto caratterizzato da una pletora di contratti, ben dieci, con differenze di costi per il personale fino a quasi il 50%”.
Insomma, il silenzio delle Asl è assordante. Ma anche inspiegabile. Infatti le informazioni sui contratti per le strutture accreditate devono essere pubbliche e non si capisce perché ci siano resistenze a fornirle. “Certo è – commenta Francesco D’addino del Comitato Giustizia Contrattuale – che molti centri non hanno alcun interesse a fornirle in quanto i diversi contratti nascondono un fenomeno gravissimo contro cui si battono sindacati e istituzioni, ossia il fatto che chi adotta contratti impropri, o i cosiddetti contratti pirata, prende le stesse tariffe ma spende molto meno, togliendo milioni di euro ai lavoratori e alla qualità dei servizi.”

Sapere quali siano i contratti è quindi necessario per arrivare a soluzioni, come le rette differenziate per tipo di contratto, che stronchino questo fenomeno. Ma finora le informazioni sono rimaste nei cassetti. Ancora per poco però perché il presidente della Commissione Trasparenza è stato esplicito: “Vi intimo nuovamente – scrive nella sua lettera alle Asl – entro il termine massimo di dieci giorni giorni a rendere pubblici i contratti applicati per il personale non medico dei singoli centri di riabilitazione. In caso contrario si chiederà alla Giunta Regionale e al suo Presidente di procedere con l’adozione di specifici provvedimenti disciplinari”. Più trasparente di così non avrebbe potuto essere.