La statua era per Barcellona Pozzo di Gotto, mai pagata, lo scultore la vendette a Nocera Inferiore, è al centro di piazza Trieste e Trento
di Marisa Croce
“Sol chi non lascia eredità di affetti poca gioia ha dell’urna”. Con i versi del Foscolo mi piace ricordare che solo attraverso la memoria e il ricordo si realizza la civiltà dell’uomo. Quando si erigono monumenti ai Caduti, si celebrano i valori e gli ideali che possono dare significato alla vita umana. Una nostra affezionata ed interessata lettrice ci ha chiesto notizie sulla statua situata al centro di piazza Trieste e Trento, proprio davanti alla stazione ferroviaria di Nocera. Rappresenta una figura femminile alata che eleva con le mani una corona di alloro, posta su di un piedistallo.
Il monumento sul lato posteriore reca una epigrafe che recita così: “Bollettino di guerra numero 1368 del 4 novembre 1918. La guerra contro l’Austria-Ungheria che, sotto l’alta guida di Sua Maestà il Re, duce supremo, l’esercito italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi, è vinta. I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano disceso con orgogliosa sicurezza. Il capo di stato maggiore dell’esercito, generale Armando Diaz”.
Sui lati ci sono rispettivamente le scritte: “Il vostro sacrificio sia monito eterno” e “Caddero gloriosamente per la Patria.1915-1918”. Sul davanti c’è una scena di guerra con soldati e mezzi e in piccolo, in basso a destra, una targhetta col nome dell’autore del monumento, Turillo Sindoni fecit, Roma 1924.
Lo scultore nacque in Sicilia, a Barcellona Pozzo di Gotto, la vigilia di Natale del 1868 e si chiamava, stranamente, Salvadore, proprio così, con la D. Realizzò tantissime opere sia per l’Italia che per gli Stati Uniti, il Brasile e l’Uruguay, in prevalenza monumenti ai Caduti, statue per le chiese e sculture cimiteriali. Il Sindoni era uno spirito indipendente con un linguaggio artistico realistico di grande forza espressiva che non si preoccupò di seguire la moda del momento, quando venivano allo scoperto i prodromi del futurismo, del cubismo, del dadaismo.
Proprio per questo da vivo fu ignorato da mostre e da premi benché fosse molto abile a ottenere lavori e commissioni e avesse ben tre studi aperti a Roma. Con la sua città natale non ebbe rapporti idilliaci, tutt’altro. Gli avevano commissionato un monumento ai Caduti ma poi, siccome la somma inizialmente pattuita continuava a crescere, i promotori non vollero pagare la cifra da lui richiesta ed allora il Sindoni cosa fece? Semplice! Vendette la statua, che già aveva costruito, e la vendette proprio alla città di Nocera Inferiore!!!
Turillo Sindoni morì a Roma nel 1941 e fu sepolto nel cimitero del Verano. Dieci anni dopo però fu riesumato e spostato in una fossa comune. Non ha un monumento l’uomo, lo scultore che ne aveva eretti a centinaia.