Una nuova rubrica per conoscere le bellezze della città con la suggestione delle immagini e la sua storia. Si comincia con le rampe di Elena degli Angeli
Tutto è nato dopo aver visto su Facebook una foto, con un breve commento, della cappella di Santa Sofia. Si trova in un angolo di piazza Diaz, a pochi passi dal municipio di Nocera Inferiore. Bella la foto, intrigante il testo che mi ha fatto conoscere la storia, sconosciuta a tantissime persone, di un monumento della città davanti al quale passiamo senza nemmeno osservarlo. Il post era stato pubblicato da Marisa Croce, autrice anche dello scatto. Da qui l’idea. Perché non pubblicare su InPrimaNews foto con un breve testo che ritraggono angoli nascosti della città ma di straordinaria bellezza e la cui storia è poco nota?
Non conoscevo Marisa Croce. Le mando un messaggio e le spiego la mia idea. Qualche giorno di riflessione ed ecco il primo appuntamento della rubrica che avrà una cadenza settimanale. L’auspicio è tentare di sensibilizzare le persone a guardare con un occhio diverso strutture storiche, artistiche e architettoniche della città. Conoscendone la storia potremmo apprezzarle di più. E salvaguardarle. Nello stesso tempo sensibilizzare le istituzioni competenti a curarle con maggiore attenzione, sottraendole al degrado e all’incuria.
Iniziamo con le rampe Elena degli Angeli, un angolo suggestivo del “Gran Quartiere”, purtroppo non curato, che conduce da via Giovan Battista Castaldo al convento di Sant’Antonio. In fondo all’articolo trovate anche un video sulla leggenda che narra dei fantasmi di Elena degli Angeli e del suo amato Manfredi. (Nello Ferrigno)
Rampe Elena degli Angeli, da via Castaldo al convento di S. Antonio
Elena Comnena degli Angeli, bella e dolce principessa d’Epiro, aveva sposato Manfredi di Svezia a 17 anni nel 1259. Manfredi, il figlio prediletto di Federico II di Svevia e di Bianca Lancia, il “biondo, e bello e di gentile aspetto” Re di Napoli e di Sicilia, a 27 anni era allora all’apice della sua potenza. La loro felicità però durò poco: solo sette anni.
Poi Carlo d’Angiò invase il regno, Manfredi fu vinto e ucciso nella battaglia di Benevento e i figli di Elena e Manfredi, nonostante fossero ancora dei bambini (Enrico, il più grande, aveva appena sei anni) furono separati dalla madre e condotti in catene nel castello di Santa Maria del Monte e poi trasferiti nelle segrete di Castel dell’Ovo. Elena fu inviata prigioniera nel castello di Nuceria Christianorum, la nostra Nocera Inferiore. A 29 anni, la morte, tanto spesso invocata, la ricongiunse all’amato Manfredi. (Marisa Croce)