Torna “Citta segreta”, cosa si cela dietro il nome di una piccola strada dedicata a Publio Sizio, spregiudicato imprenditore di Nuceria
di Marisa Croce
A Nocera Inferiore, tra piazza Municipio e via Fucilari, c’è una stradina, ma proprio piccola, che tuttavia ha il nome di una persona nata addirittura prima di Cristo. È via Publio Sizio. Vi siete mai chiesti chi era questo nocerino? Publio Sittio, in italiano anche Publio Sizio, è nato a Nuceria Alfaterna, l’odierna Nocera, ma non si sa con precisione quando.
Suo padre, appartenente alla Gens Sittia, aveva combattuto al fianco dei Romani durante la guerra Marsica e la sua famiglia era molto considerata dai suoi concittadini. Publio Sizio ereditò dal padre un nome importante ed un ingente patrimonio. Divenne anche amico di Cicerone che lo considerava un uomo d’affari. Era infatti un finanziatore, maneggiava molti soldi e forse non proprio in modo lecito. Si dice che avesse accumulato molti debiti e forse avesse partecipato alla congiura di Catilina per opportunismo in quanto questi aveva promesso ai congiurati la cancellazione dei debiti e la possibilità di diventare magistrati o sacerdoti.
Tutto questo non è ben chiaro, si sa solo che a Publio Sizio, ad un certo punto, gli affari andarono davvero male e fu costretto a vendere molte terre che aveva a Nuceria per pagare i debiti, dopodiché lasciò tutto, ingaggiò molti mercenari, per metà campani e per metà spagnoli, formò un suo esercito personale e dopo alcuni anni in Spagna, si mise al servizio dei vari re del nord Africa. La sua indole affaristica gli fece organizzare vere e proprie aste per passare da un potente all’altro, accumulando una grande fortuna.
A onor del vero dobbiamo dire però che si conquistò anche una buona fama come stratega. Il suo destino si compì quando Cesare arrivò in Africa nel 47 avanti Cristo per combattere i partigiani di Pompeo. Publio Sizio si trovava lì a capo di una flotta e del suo esercito e, visto che Cesare si trovava in difficoltà, decise di porsi al suo servizio. Invase quindi la Numidia (attuale area del nord dell’Algeria) e ne conquistò la capitale Cirta. Il re della Numidia, Giuba, fu così costretto a difendere il suo regno e non poté unire le sue forze con quelle di Scipione contro Cesare. Publio Sizio addirittura catturò gli ambasciatori di Pompeo e con la sua flotta affondò le navi di Scipione.
In cambio di tutti questi servizi resi, Cesare concesse al nostro nocerino di impadronirsi di vari territori della Numidia e della stessa capitale Cirta dove far fermare stabilmente i suoi uomini, i Sittiani. Dopo la morte di Cesare, avvenuta alle idi di marzo del 44 avanti Cristo, Arabione, principe di Numidia, nel tentativo di riconquistare il suo regno, con uno stratagemma riuscì ad uccidere il nostro concittadino. Finì quindi in Africa l’avventura umana di Publio Sizio, nocerino, ma sembra che i suoi uomini rimasero in Numidia per molti anni, tanto che lo storico Plinio il Vecchio, ancora nel primo secolo dopo Cristo, parlava di Cirta come colonia Sittianorum. Chissà che dopo più di duemila anni non ci siano ancora loro discendenti.