La vicenda è quella del dirigente del Settore Territorio Ambiente rimasto vacante, il Tar da ragione al secondo in graduatoria
Il Tar boccia il Comune di Nocera Inferiore. La vicenda è quella del posto di dirigente del Settore Territorio Ambiente, rimasto vacante dal 2023 dopo le dimissioni dell’architetto Giovanni Lanzuise. Il ricorrente, l’architetto Antonio D’Amico, assistito dall’avvocato Vincenzo Scarano, aveva chiesto ai giudici amministrativi di annullare la delibera della giunta comunale che, invece di provvedere a scorrere la graduatoria del concorso, che aveva consentito a Lanzuise di essere assunto a tempo pieno e indeterminato, ha preferito avviare una procedura di selezione, senza una motivazione, per lo stesso incarico dirigenziale a tempo pieno ma a tempo determinato della durata di tre anni, eventualmente prorogabili, comunque non oltre la scadenza del mandato del sindaco Paolo De Maio, ricorrendo all’art. 110 d.lgs. n. 267/2000 .
L’assistito dell’avvocato Scarano, che si è classificato secondo al concorso immediatamente dopo Lanzuise, ritiene di essere stato danneggiato dalla scelta fatta dall’amministrazione comunale e si è rivolto al Tar per verificare eventuali difformità. Inoltre, siccome il Comune aveva riprogrammato al 2025 il piano delle assunzioni, compreso l’incarico di dirigente del Settore Territorio e Ambiente, il professionista aveva timore che, essendo la graduatoria dov’è risultato secondo a termine, poteva essere escluso da ogni possibilità di assunzione. Ora il Tar rimette tutto in gioco. Alla fine i giudici hanno dato ragione al ricorrente annullando tutti gli atti che avevano portato alla rimodulazione dell’assunzione condannando il Comune anche al pagamento delle spese processuali.
Le motivazioni
Per il Tar il ricorso è fondato perché è palese “il vizio di difetto di motivazione, già censurato dalla Sezione”. Inoltre, anche in virtù di una decisione del Consiglio di Stato, “in vigenza di una graduatoria concorsuale, ove l’Amministrazione decida di provvedere alla copertura dei posti vacanti senza attingere dalla medesima, deve solo adeguatamente motivare in ordine alle ragioni che l’hanno indotta ad effettuare tale scelta in luogo del ricorso allo scorrimento della graduatoria”. “La decisione di scorrimento – scrivono i giudici – poiché rappresenta un possibile e fisiologico sviluppo della stessa procedura concorsuale, attuativo dei principi costituzionali, non può essere collocata su un piano diverso e contrapposto rispetto alla determinazione di indizione di un nuovo concorso”.
La vicenda si trascina da oltre un anno. Nel settembre scorso c’era già stato un provvedimento di sospensione. Il Comune, difeso dall’avvocato Sabato Criscuolo, sta valutando l’eventuale ricorso.
La polemica
“Poteva essere evitata l’ennesima figuraccia nei confronti della giustizia amministrativa risparmiando anche i 2.000 euro di spese? Probabilmente sì usando buon senso e competenza”. Lo scrivono in una nota i consiglieri comunali di Fratelli d’Italia, Rosa Giordano e Giuseppe Odoroso. “Forse lo scorrimento di graduatoria non trovava il favore
dell’amministrazione?”, si chiedono. “O forse – continuano – non si è semplicemente in grado di evitare contraddizioni giuridico-legali? Per questo contenzioso così come per gli altri la linea difensiva non è stata capace di motivare gli atti del
comune perché oggettivamente immotivati. A questo punto chiediamo chiarezza da parte del sindaco: si
prenda la responsabilità di spiegare perché la situazione si trascina da oltre un anno”.