L’indagine è della Guardia di Finanza, per evadere l’Imu le abitazioni di vacanza erano state dichiarate come prima casa
C’è un nocerino a capo di un’indagine che ha consentito di individuare 150 evasori (persone fisiche e giuridiche) dell’Imu, l’Imposta municipale sugli immobili e quindi sulla casa. È il comandante della tenenza della Guardia di Finanza di Auronzo di Cadore, in provincia di Belluno, il luogo tenente Antonio Cerbino. Secondo quanto ricostruito dalle Fiamme Gialle, è stato sottratto a tassazione, dall’anno 2019 al 2023, una base imponibile di 120 milioni di euro nonché una base imponibile, ai fini dell’imposta di registro e dell’imposta sostitutiva, per oltre 550 mila euro.
Si tratta, nel dettaglio, di oltre 130 persone fisiche che hanno “fittiziamente” stabilito la loro residenza nei comuni ricompresi nella circoscrizione di servizio del reparto della Guardia di Finanza fruendo, indebitamente, dei benefici fiscali connessi all’acquisto della prima casa, nonché di circa 20 aziende, attive, tra l’altro, nei settori caratterizzanti l’economia del territorio quali quello turistico-alberghiero e dell’occhialeria, che hanno parimenti omesso il versamento dell’Imu dovuta.
“Gli accertamenti delle fiamme gialle cadorine – si legge in una nota del Comando provinciale di Belluno – hanno riguardato una vasta platea di soggetti e sono stati eseguiti sulla base delle risultanze di una capillare azione di controllo economico del territorio, di un mirato utilizzo delle banche dati in uso al Corpo e di un’analitica ricostruzione dei nuclei familiari in relazione al loro radicamento sul territorio. Fondamentale, in tal senso, è stata la disamina dei dati afferenti alle utenze associate agli immobili oggetto di indagine i cui consumi energetici, idrici e di gas erano particolarmente contenuti e, soprattutto, stagionalizzati, rivelandosi del tutto incompatibili con la destinazione dell’immobile ad abitazione principale che, insieme alla dichiarata dimora abituale, avrebbe invece giustificato l’esenzione dal pagamento dell’Imu”.
“Si è quindi proceduto, per ciascun soggetto, al recupero a tassazione dell’Imu non versata per un importo complessivo di circa 800 mila euro di cui oltre 220 mila euro già accertata dai competenti Enti Locali, nonché dell’imposta di registro e dell’imposta sostitutiva correlate all’acquisto della prima casa, per un complessivo di 50 mila euro”.