I carabinieri fanno luce sulle truffe per ottenere il reddito di cittadinanza, maglia nera a Nocera Inferiore. Record nell’Agro
La maglia nera delle truffe per ottenere il reddito di cittadinanza va a Nocera Inferiore. Sono ben 70 i furbetti del contributo. Ma è l’intero Agro nocerino sarnese che ha il record in negativo nell’intera provincia di Salerno. A Sarno di truffe ne sono state individuate 35. Tutte le altre sono sparpagliate per tutto il salernitano. Secondo quanto rilevato a livello regionale, sono invece il 20% dei reali percettori del reddito di cittadinanza ad essere «fuorilegge».
I dati sono emersi, come rivela Il Mattino, grazie alla meticolosa indagine dei carabinieri del colonnello Gianluca Trombetti e del tenente colonnello Giancarlo Santagata tra i mesi di giugno ed ottobre. Gli esiti delle attività sono stati segnalati all’autorità giudiziaria competente ed agli Uffici territoriali dell’Inps per l’interruzione dell’elargizione del sussidio e la restituzione delle somme indebitamente percepite, che hanno prodotto un danno erariale di oltre un milione e centomila euro solo nel salernitano. Dai dati emerge che gli uomini che hanno percepito irregolarmente il sussidio sono 183, 70 donne, 100 di nazionalità italiana, 153 stranieri, 77 hanno pregiudizi penali. In tutto sono finite nel mirino dei controlli 1.365 famiglie, 2.731 persone.
Le storie
Di storie ce ne sono tante. Come quella di una donna che aveva autocertificato una convivenza inesistente, con i genitori anziani per ottenere un maggiore importo del beneficio. Ma, nel corso dei controlli effettuati dai carabinieri del comando provinciale di Salerno, le cose si sono rivelate ben diverse da come raccontate per ottenere il reddito di cittadinanza: i genitori della donna sono risultati entrambi in carcere, rispettivamente il padre per omicidio e reati associativi, la madre per traffico illecito di sostanze stupefacenti.

Oppure il caso di una donna sottoposta agli arresti domiciliari che, contestualmente, percepiva la pensione di un’anziana conoscente deceduta da diversi mesi. Oppure quello di uomo che risultava avere un conto corrente a suo nome la cui giacenza si aggirava intorno ai 200 mila euro, conto a sua volta alimentato in maniera fraudolenta attraverso la sottrazione di denaro ad un anziano parente. Così come i casi di un uomo percettore del beneficio ma al tempo stesso amministratore di una società agricola e di una macelleria, e di due ragazzi, anch’essi beneficiari nonostante, sebbene formalmente disoccupati, sono risultati di fatto irregolarmente impiegati, rispettivamente, in una pizzeria ed in una carrozzeria. Sono state riscontrate irregolarità anche nei confronti di 3 cittadini stranieri che hanno beneficiato del reddito, sebbene non residenti sul territorio nazionale da almeno 10 anni, gli ultimi 2 dei quali avrebbero dovuto essere continuativi.
False autocertificazioni
Le truffe hanno un solo comune denominatore, le false autodichiarazioni. «Inevitabilmente – spiega il comandante della Legione Campania Antonio Jannece – la necessità di assicurare nel più breve tempo possibile la misura di sostegno a chi ha bisogno di un aiuto comporta procedure snelle nelle cui maglie si inseriscono i malintenzionati. Abbiamo controllato solo una piccola percentuale dei nuclei familiari percettori del reddito. Di sicuro c’è ancora materia su cui fare luce e andremo avanti su questa strada anche nei prossimi mesi».