Autorizzazioni con il contagocce al Distretto 60 di Nocera Inferiore per le terapie di riabilitazione. Gli ammalati scrivono al direttore generale dell’Asl Salerno
Non è per niente conclusa la vicenda della riabilitazione all’Asl Salerno. I familiari degli ammalati ieri mattina avevano un appuntamento con il direttore del Distretto 60 (Nocera Inferiore, Nocera Superiore, Castel San Giorgio, Roccapiemonte) per porre fine allo scandalo che vede circa 200 pazienti, quasi tutti minori, senza cure da mesi. Nonostante le leggi e nonostante i soldi ci siano. Ma l’incontro non c’è stato, la risposta è stata “tornate domani”. E allora i rappresentanti dell’ambulatorio Luigi Angrisani hanno deciso di scrivere direttamente al direttore generale della Asl. “Speriamo – dicono – che anche il direttore non ci dica torni domani, perché domani sarebbe un altro giorno di sofferenza per troppe persone”.
La situazione è nota. Circa 200 pazienti da settembre in poi non possono effettuare le terapie riabilitative che la stessa Asl Salerno gli ha assegnato. Prima la motivazione era nell’esaurimento del budget, ma dal primo gennaio del 2020 questa motivazione cade, perché con il nuovo anno il budget è completamente disponibile. Per di più quella motivazione secondo il giudice era illegittima, perché il diritto alla cura non può essere negato per ragioni economiche. “Siamo al 21 gennaio, di quei 200 malati, di quei 120 bambini, quanti hanno potuto riprendere le cure? Solo 17”, rilanciano i familiari degli ammalati.
“E’ una situazione assurda – spiegano i rappresentanti del centro Luigi Angrisani di Nocera – che ci auguriamo venga sbloccata dal direttore generale”. “Non c’è nessuna ragione – continuano – per cui queste persone che hanno bisogno di terapie e che ogni giorno che passa vedono la loro malattia aggravarsi, debbano restare a casa senza cure. Nessuna. Vanno a chiedere tutti i giorni l’autorizzazione a esercitare il loro diritto ad essere curati e ogni giorno la risposta è la stessa che hanno dato a noi stamattina, venga domani. E non c’è nessuno che sblocchi la situazione”.
C’è anche l’aspetto occupazionale. I terapisti che dovrebbero curarli, e che hanno già avuto in cura molti di questi pazienti prima che bloccassero le terapie, sono costretti a prendere le ferie forzate. Ferie a gennaio, non a luglio o ad agosto. Con il timore che se le cose non dovessero cambiare, le ferie si trasformeranno nella perdita del posto di lavoro. Il tutto senza alcun motivo. “Lo scandalo continua, speriamo per poco – sottolineano i familiari – innanzitutto per quei 200 pazienti che senza capire perché da mesi non possono ricevere quelle cure che la Asl gli ha assegnato. La stessa azienda sanitaria che da mesi, nonostante le leggi e i fondi disponibili, gli nega. Con la solita risposta: torni domani.