E’ fissato per giovedì prossimo negli uffici della Regione Campania un incontro tra il sindaco di Nocera Inferiore, Paolo De Maio, e la segretaria generale dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale Vera Corbelli. Al centro del dialogo la volontà di rimettere mano al progetto di mitigazione del rischio idrogeologico del versante di Monte Albino. Per la realizzazione dell’importante opera di messa in sicurezza della zona pedemontana sono stanziati dalla Regione sei milioni di euro. Tutto è partito dal tragico evento del 4 marzo 2005 quando, a causa delle incessanti piogge, dal fianco sul della montagna si staccò una frana che travolse alcune case e spezzò la vita di tre persone.
Quello di giovedì non è il primo incontro. Lo scorso aprile il sindaco, accompagnato dai tecnici comunali, ha avuto modo di incontrare la segretaria generale Corbelli per valutare e studiare il progetto che il Comune, come deliberato dalla Giunta regionale, è chiamato ad attuare. “Stiamo individuando – ha precisato il sindaco De Maio – una soluzione che tenga conto delle osservazioni delle precedenti amministrazioni per individuare un progetto armonico nel contesto ambientale e non eccessivamente impattante. Utilizzeremo tutti i fondi per realizzare le opere idrauliche necessarie mettendo finalmente in sicurezza Monte Albino”.
Le precedenti amministrazioni comunali dei sindaci Antonio Romano e Manlio Torquato, avevano sollevato delle perplessità sul progetto ritenuto estremamente invasivo per il territorio e che prevedeva, tra l’altro, la realizzazione di grandi vasche di contenimento in cemento che avrebbero modificato notevolmente lo stato dei luoghi. Ora sarà fondamentale superare gli ostacoli che sino ad oggi avevano bloccato l’inizio dei lavori
Per il tragico evento che ha segnato Monte Albino ma anche per il maltempo che in quel periodo flagellò la Campania, il governo dell’epoca guidato da Silvio Berlusconi, varò una serie di iniziative di protezione civile per fronteggiare i danni e superare le criticità delegando la Regione Campania ad attuare i progetti. Tra questi vi era la messa in sicurezza della zona pedemontana nocerina, intervento inizialmente affidato all’Arcadis, l’Agenzia regionale per i lavori pubblici e la protezione civile, società poi soppressa. Poi l’elaborazione di un progetto di mitigazione del rischio idrogeologico non approvato dalle amministrazioni comunali.
Anche sul fronte giudiziario la frana ha avuto un lungo e contrastato iter procedurale con la celebrazione di due processi che vedevano come unico imputato per omicidio colposo l’imprenditore Franco Amato, titolare della società che gestisce la cava estrattiva che si trova a pochi metri dal luogo dello smottamento. Il primo processo fu annullato dalla Cassazione per un vizio di forma, il secondo ha portato al riconoscimento delle attenuanti generiche e alla prescrizione del reato.
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