La storia di Salvatore Attianese, grazie al calcio a 5 e all’Atletico Vitalica, è riuscito a vincere la sua sfida più grande contro la tossicodipendenza
Il calcio è da sempre considerato la disciplina più seguita, praticata e amata. Uno sport che con l’evolversi dei tempi, fiumi di denaro e il suo enorme giro d’affari alle spalle, hanno lasciato andare i suoi sani principi. Eppure, però, il sano e il bello di questo sport è possibile ancora ritrovarlo. Dove? Nel calcio di provincia, nelle leghe inferiori e nella realtà sempre più movimentanta del calcio 5. Ed è proprio dal calcetto proviene una storia di speranza e di svolta nella vita. Sì, proprio il prendere a calci un pallone è risultato determinante. La storia a lieto fine che vogliamo raccontare è quella di Salvatore Attianese, giovane calcettista di Pagani. E’ riuscito ad uscire dal baratro della droga grazie anche alla vicinanza dell’Atletico Vitalica, società di calcio a 5 con sede a Sarno che milita in serie C2.
Dopo il periodo buio, la salita, la lotta, ora si percorre la discesa. La vista, alla fine, risulta stupenda. L’avere vinto una sfida ardua, difficile e alzare al cielo il trofeo. Non una semplice coppa. Quelle sì, sono belle, da mettere in bacheca magari, ma raccolgono polvere dopo un pò. Salvatore, invece, ha alzato al cielo un trofeo assai più prestigioso e da mettere in bella vista. Quello della vita. Con in indosso la sua maglia da gioco, la numero dieci, da bomber che si rispetti, ora è pronto a fare il suo ritorno in campo. E lo sarà sabato. Guarito, pulito, rinato. “Sembra ieri e invece sono arrivato all’Atletico Vitalica ben tre anni fa, una società eccezionale dove chiuderò sicuramente la mia carriera calcistica”. A dirlo è Salvatore che non mostra esitazione nel raccontare gli errori commessi, la cattiva strada intrapresa. Lo fa con l’orgoglio di chi ha trovato il coraggio di lottare ed ha vinto. “Non chiedetemi come sia potuto succedere, so solo che due anni fa sono entrato nel baratro della tossicodipendenza. Dopo uno sfogo con il vice presidente Mario Marra decido di raccontare il tutto, con il suo aiuto, all’intera società che con a capo il presidente Nello Gaito mi aveva accolto come un figlio. Ho svelato tutto anche ai miei compagni di squadra, non potevo più nascondermi. Grazie anche alla forza che tutti loro mi hanno trasmesso e all’incoraggiamento che ho ricevuto quotidianamente, ho deciso di curarmi presso una comunità terapeutica”.
Da qui l’inizio della nuova vita di Salvatore, non senza difficoltà. “Sono stato lì circa un anno – ha raccontato – un periodo pieno di sofferenza. Mi mancava mia figlia, ma era soprattutto per lei che lottavo. E’ sempre stato il mio primo pensiero, insieme agli altri familiari”. “Nei momenti bui – ha svelato il calcettista – pensavo anche al calcio, alla gioia di quando sarei tornato in campo. Ora ce l’ho fatta. Sono rinato e tornerò a giocare con la mia maglia del cuore, quella dell’Atletico Vitalica”. “L’importante, quando si cade, è sapersi rialzare e fare di tutto per non ricadere” lo ha determinato Salvatore. A fare collante tra società, squadra e il giocatore, nel periodo di terapia, è stato il vice presidente Mario Marra. Il legame nel periodo di sofferenza tra i due è cresciuto al punto tale che Attianese ama ora chiamarlo affettuosamente “papà”. “Si è comportato davvero come un padre, il mio l’ho perso anni fa” – ha detto Attianese. “Un grazie speciale va proprio a lui. Grazie anche a tutta la società, a tutti i ragazzi e soprattutto al presidente che mi ha dato e continua a darmi una grande opportunità. In campo mostrerò la mia riconoscenza”.
“Amiamo fare squadra e far sentire ai nostri ragazzi il calore di un gruppo unito”, ci ha detto il patron dell’Atletico Vitalica Nello Gaito. “Riuscire ad essere uno sprono ed un punto di forza per i ragazzi, anche nella vita privata, è per noi una vittoria. Lo sport – ha aggiunto Gaito – deve essere condivisione. Deve insegnare a condividere i momenti di euforia ma anche quelli deludenti”. “La rinascita di Salvatore è la nostra vittoria più grande – dice il vice presidente Mario Marra – confesso che dopo delusioni varie, quest’anno ero tentato a non impegnarmi più nel calcio. Volevo lasciare tutto. Ma Salvatore mi ha dato forza. Mi ha ricordato cosa conta davvero. Siamo noi a dire grazie a lui”.