Resta ancora in una fase di stallo la cessione della Nocerina, le parti si parlano ma si respingono, squadra allo sbando e città in ostaggio
È ancora in una fase di stallo la trattativa per la cessione della Nocerina. Da una parte il presidente Paolo Maiorino che resta arroccato sulle sue posizioni, dall’altra la cordata italo americana che ha avanzato le sue offerte ma non riesce o non vuole dare quell’accelerata per arrivare alla soluzione finale. In mezzo ci sono i calciatori che vivono una situazione complicata e balorda non avendo nessun punto di riferimento se non quello dell’allenatore che, anche lui, è in un mare in tempesta.
Ma quella che più rischia è la città, anzi le due città: Nocera Inferiore e Nocera Superiore. Il calcio ne è la cartina tornasole, nel bene e nel male. La lunga trattativa per l’eventuale cessione, la brutta figura rimediata domenica scorsa per il guasto alla caldaia dello stadio comunale San Francesco (calciatori e arbitri non hanno potuto fare la doccia perché non c’era acqua calda), il rischio di un fallimento che sembra ormai dietro l’angolo, i risultati sul campo sempre più negativi, annichiliscono l’immagine di Nocera.

Ci vorrebbe un colpo di reni, come quelli di Dino Zoff, per rimediare ad una fine che, in questo momento, appare scontata. Insomma tutti i protagonisti di questa buffa vicenda si diano una regolata e dicano quali sono le loro reali intenzioni.
La trattativa
Sembra che ad oggi gli imprenditori interessati alla Nocerina, dopo aver ricevuto i documenti contabili dell’associazione rossonera, abbiano proposto a Maiorino di accollarsi loro i debiti, la gestione di questo campionato oltre un bonus per la sua uscita di scena. Ma il presidente avrebbe chiesto di raddoppiare il suo “trattamento di fine rapporto”. Sembra pure, però, che Maiorino stia cercando sponsor che gli diano una mano dal punto di vista economico per arrivare a fine campionato.

Allenatore e calciatori, intanto, continuano a lavorare pur assaliti da mille tormenti. La fuga non è ancora iniziata, “per la maglia e la città”. Ma il calcio mercato potrebbe dare la stura all’esodo. E allora si faccia qualcosa, non è possibile restare nel limbo ancora più a lungo.