Sabato sera la Fondazione Fioravante Polito incontra gli atleti dell’Olimpia Sport Village per illustrare l’importanza del Passaporto Ematico
Lo sport è non solo un movimento capace di aggregare passioni e sani principi, ma è anche uno strumento di prevenzione straordinaria per evitare drammi. E’ l’indirizzo che da anni persegue la Fondazione “Fioravante Polito”, con lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza dei controlli medici ed ematici continuati per gli atleti che praticano sport a livello agonistico e non agonistico. Sabato sera la Fondazione, nata nel 2006 da un’idea di Davide Polito, presenterà all’Olimpia Sport Village di Nocera Inferiore il libro “Morti nello sport: il senso di colpa non porta all’assoluzione”. Durante la serata, con inizio alle 20.30, la realtà sportiva Olimpia firmerà il protocollo d’intesa, appoggiando pienamente l’importanza nel mondo dello sport del “Passaporto Ematico”.
Il Passaporto Ematico prevede una serie di controlli dei valori ematici e cardiaci, indispensabili per il rilascio del certificato di idoneità all’attività sportiva. Insomma promuovere la prevenzione degli atleti anche nelle categorie inferiori, partendo proprio dalle scuole calcio. L’intento che da diciotto anni porta avanti la Fondazione voluta da Polito, è quello di promuovere e intensificare i controlli medici tra i calciatori ed evitare tragedie sul rettangolo di gioco. Come quella che ha visto vittima Piermario Morosini, morto 14 anni fa durante una partita del campionato di calcio di Serie B, o quella accaduta qualche mese fa a Mattia Giani, giocatore del Castelfiorentino, stroncato da un infarto durante una partita del campionato di Eccellenza toscana.
L’idea del Passaporto ematico, intitolato appunto a Morosini, Andrea Fortunato, Flavio Falzetti e a Carmelo Imbriani, è un certificato di idoneità rilasciato agli atleti, che traccia nel tempo i parametri ematici e cardiaci degli sportivi. I controlli, effettuati da medici specialisti nel settore, consentono di evidenziare anomalie, patologie preesistenti ma non note agli atleti e alle loro famiglie (nel caso di minori) e tutto quanto possa “raccontare” sulla salute degli sportivi. Solo dopo un controllo con esito negativo, allora avviene il rilascio del passaporto.